Spettacolo Teatrale: I figli della frettolosa

13-10-2021
SPETTACOLO TEATRALE “I FIGLI DELLA FRETTOLOSA”

Nei giorni scorsi la nostra Sezione è stata contattata dalla Compagnia teatrale “Berardi Casolari”, che presenterà il progetto “I Figli della Frettolosa” sabato 23 ottobre prossimo al Teatro Herberia di Rubiera. Il progetto è nato nel 2019 da una collaborazione con l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Nazionale e co-prodotto da alcuni teatri nazionali (Teatro della Tosse di Genova, Sardegna Teatro, Teatro dell'Elfo di Milano). Lo spettacolo si sviluppa come progetto speciale: prevede infatti la realizzazione di una messa in scena creata di volta in volta, in maniera diversa, a partire da un laboratorio sul territorio realizzato insieme a utenti non vedenti o ipovedenti e ad altri partecipanti.
 
È uno spettacolo che affronta il tema della cecità e del significato più ampio che ha oggi la parola “vedere”. Il punto di vista è infatti quello di un cieco, di chi guarda ma non vede, riuscendo a percepire la realtà circostante in modo differente. La cecità è messa in scena allo stesso tempo sia come esperienza di vita reale e fisica, sia come concezione metaforica, sinonimo di una miopia sociale ed esistenziale che ci riguarda in prima persona. Riportiamo a seguire uno stralcio della scheda artistica dello spettacolo e del laboratorio, poiché la Compagnia sta cercando non vedenti e ipovedenti per la preparazione dello spettacolo. Agli utenti che vorranno partecipare è richiesto l’impegno a seguire il laboratorio tutti i giorni: non servono particolari abilità, ma la volontà e il desiderio di far parte del progetto. Il laboratorio si svolgerà ogni giorno (orientativamente dalle 14 alle 19) dal 17 al 23 ottobre compresi (spettacolo il 23 sera); a chi fosse interessato dovrà comunicare il proprio nominativo alla segreteria UICI entro il prossimo 8 ottobre. Sperando l’iniziativa sia apprezzata da molti, attendiamo le vostre adesioni.
 
Scheda artistica: la Compagnia Berardi Casolari presenta “I Figli della Frettolosa”, testo e regia di Gabriella Casolari e Gianfranco Berardi con Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari, Ludovico D’Agostino, Flavia Neri, Silvia Zaru e con il coro di attori non vedenti e ipovedenti nato di volta in volta dal laboratorio su piazza. Produzione Compagnia Berardi Casolari, Teatro dell'Elfo, Sardegna Teatro, Teatro della Tosse. “I Figli della Frettolosa” è uno spettacolo che affronta il tema della cecità e del significato più ampio che ha oggi la parola “vedere”. In un mondo ipereccitato dal bombardamento di immagini e suoni, che sempre più neutralizzano i nostri sensi forti, vista e udito, l'attenzione dell'individuo è sempre più distante dalla vera conoscenza dell’essere, dell’esistenza. Il punto di vista qui è allora quello di un cieco, di chi guarda ma non vede, percependo la realtà circostante in modo differente. La cecità è messa in scena allo stesso tempo come esperienza di vita reale, fisica, e come concezione metaforica, sinonimo di una miopia sociale ed esistenziale che ci riguarda in prima persona. Anche questa volta la riflessione sul contemporaneo parte dalle esperienze personali di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, dall’osservazione e dall’ascolto della realtà che li circonda ma, a differenza dei precedenti lavori, i ciechi in scena questa volta saranno molti. Bastoni bianchi e occhiali scuri, andatura traballante e movimenti timorosi, ma anche ostinazione, entusiasmo, desiderio di rivalsa: un coro di ciechi come emblema di umanità, allegoria di una società smarrita e insicura, mai arrendevole. Uno spettacolo che ha più il sapore di un evento speciale, che integra il lavoro del teatro alla vita della comunità, che mette insieme attori professionisti e cittadini comuni, vedenti o ciechi che siano, che miscela una struttura drammaturgica definita con i vissuti particolari dei diversi partecipanti.

Trailer spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=lc6QSHHPtN0&t=1s

Alle origini del progetto: Il Laboratorio – L’idea nasce da Gianfranco Berardi, attore e autore non vedente, e da Gabriella Casolari, attrice e autrice, che con la propria compagnia, in maniera reale e in maniera allegorica, utilizzano il tema della cecità e della mancanza come perno della propria poetica. Il progetto prende spunto da uno dei precedenti spettacoli della compagnia: “In fondo agli occhi” (regia di César Brie) in cui la cecità è affrontata in maniera tragicomica come malattia da cui è afflitto Gianfranco, del quale Gabriella si prende cura, e come metafora della condizione in cui viviamo e in cui vivono le giovani generazioni oggi. È proprio ricollegandosi a quest’opera e alle sue cifre espressive (comicità, ironia e poesia, autobiografico e universale) che il laboratorio intende sviluppare la sua ricerca.
 
L’intenzione è quella di condurre i partecipanti alla creazione di un atto unico in cui raccontare se stessi possa essere una maniera per raccontare il mondo e, al contempo, in cui raccontare la realtà che ci circonda possa essere il pretesto per conoscersi meglio. Di piazza in piazza l’indagine si svilupperà e modellerà sugli utenti e gli attori coinvolti, aggiungendo di volta in volta particolarità all’intero percorso. I nuovi elementi amplieranno lo spettro d’azione della ricerca e permetteranno di unire racconti autobiografici a narrazioni del contemporaneo, riflessioni personali a frammenti di grandi classici. In quei giorni si lavorerà a trasferire la partitura fisica (azioni ed immagini) del coro ai nuovi attori della realtà coinvolta e contemporaneamente si indagherà per cercare insieme agli stessi quei racconti in grado di rendere originale ogni volta il percorso, nel tentativo di costruire un’opera tragicomica in cui teatro e vita, finzione e realtà si fondano e confondano, si incontrino e scontrino per portare alla luce la nostra umanità. Gli allievi, partendo da piccole storie biografiche, affronteranno il tema della diversità, della crisi e della perdita, sia come racconto di un’esperienza personale fortemente caratterizzante, sia come metafora di una condizione esistenziale che oggi, sempre più sembra somigliare alla condizione esistenziale di un cieco (precarietà, instabilità, assenza di prospettiva).

Lo Spettacolo: ha debuttato per la prima volta nell'ottobre del 2019, e nasce a partire dai singoli laboratori realizzati di volta in volta in diverse città; affronta la questione della diversità, in particolare della cecità, e del senso che il “vedere” oggi ha, in un mondo iper-eccitato da un bombardamento di immagini e suoni che stanno alluvionando i nostri sensi forti: la vista e l’udito. Durante le numerose esperienze laboratoriali che Berardi Casolari hanno tenuto in giro per l’Italia in questi anni, gli artisti si sono resi conto che un coro composto da persone non vedenti, con i loro bastoni bianchi e i loro occhiali scuri, possono essere l’immagine più rappresentativa della nostra società. Da queste considerazioni è nato il desiderio di approfondire l’indagine con un progetto teatrale che si interroghi su tre domande: Cosa vedo oggi nel mondo che preferirei non vedere? Cosa non vedo più oggi nel mondo che vorrei tanto tornare a vedere? E soprattutto cosa vuol dire oggi vedere?